MODELLI 231 NELLE PICCOLE E MICROIMPRESE: DEFINITA UNA GUIDA PRATICA

Lo scorso 12 gennaio è stata emanata la prassi UNI/PdR 138:2023 che prevede un modello semplificato di organizzazione per la prevenzione dei reati contro la Pubblica Amministrazione e dei reati societari nelle micro e piccole imprese.

Tale prassi, infatti, definisce il contenuto e le modalità di attuazione, nelle micro e piccole imprese di un modello organizzativo ex DLgs. 231/2001.

Nell’introduzione al documento viene specificato che si “intende offrire a queste realtà imprenditoriali, una guida nell’adozione di un sistema di controllo e di prevenzione di reati, alla quale possano seguire vantaggi per le stesse imprese in termini organizzativi, di rapporto con la Pubblica Amministrazione e con tutti gli stakeholders”.

La prassi descrive le modalità organizzative, gestionali e di controllo riportando in maniera puntuale gli elementi contenutistici del modello organizzativo semplificato
– l’indice dei contenuti descrittivi e prescrittivi;
– il riassunto del sistema normativo previsto dal DLgs. 231/2001, con elencazione dei reati-presupposto, dei criteri di imputazione dei reati all’ente e del sistema sanzionatorio previsto dal citato decreto;
– la descrizione della governance dell’ente con indicazione dell’attività che essa svolge; 
l’elencazione dei reati che sono stati individuati come sensibili per l’ente ovvero quelli che presentano un rischio di commissione e delle relative attività sensibili come quelle nelle quali possono essere commessi i reati previsti dal decreto 231;
l’elencazione, per i reati considerati dalla prassi in commento, reati contro la P.A. e reati societari delle fattispecie del codice penale dove sono richiamate, anche altre fattispecie di reato previste dal decreto 231 che l’ente intende prevenire;
l’illustrazione esemplificativa delle finalità/motivazioni che potrebbero portare a commettere un reato;
l’elenco delle attività sensibili con specifico riferimento ai soli reati contro la P.A. e ai reati societari;
l’illustrazione dei contenuti indefettibili e della rilevanza giuridica del modello organizzativo;
l’illustrazione delle funzioni e del ruolo dell’organismo di vigilanza;
l’indicazione degli obiettivi che l’organo amministrativo intende perseguire con l’adozione del modello organizzativo;
l’individuazione dei destinatari del modello organizzativo;
– l’elenco dei principi etici utili per la prevenzione dei reati;
– per ogni attività individuata nel precedente elenco delle attività sensibili i protocolli di comportamento per la gestione dei reati e per il conseguente corretto svolgimento delle attività;
– la previsione dell’istituzione e della regolamentazione dell’organismo di vigilanza;
l’indicazione delle modalità di svolgimento delle verifiche periodiche dell’OdV;
– la previsione e la disciplina dell’obbligo di formazione del personale;
– il sistema sanzionatorio interno per i dipendenti e per i terzi

Va specificato che l’adozione di un modello organizzativo è altresì utile e funzionale per l’ottenimento del rating di legalità, che permette di raggiungere sia vantaggi competitivi che benefici di natura economica.