- 6 Giugno 2023
- Categoria: News
L’attuazione di un piano di ripresa sostenibile è la risposta che ha dato l’Europa in questo periodo di cambiamenti. Lo scenario attuale, infatti, è sempre più segnato da eventi climatici estremi, emergenze pandemiche e crisi economico-sociali, per questo l’urgenza di ridefinire l’attuale modello di sviluppo economico si è intrecciata all’opportunità di realizzare una crescita.
Pertanto:
– a luglio 2000 è stato lanciato il Global Compact delle Nazioni Unite per la promozione di un’economia globale sostenibile;
– a settembre 2015 è stata sottoscritta l’Agenda 2030, ossia il programma per lo sviluppo sostenibile unitamente all’individuazione dei SDGs (Sustainable development goals), cioè degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile;
– a dicembre 2015 è stato stipulato l’Accordo di Parigi sul climatechange,
– a dicembre 2019 è stato pubblicato l’European Green Dealper il sostegno alla transizione verso un’economia sostenibile;
– a luglio 2020 è stata approvata la NextGenerationEU.
Nel contesto delineato, il Parlamento europeo nel giugno del 2020, ha approvato il Regolamento Ue 2020/852 cosiddetto “Regolamento Tassonomia”, che stabilisce uno standard comune da utilizzare dalle imprese e dai mercati finanziari per potersi classificare come attività “sostenibile” dal punto di vista ambientale.
Vista la complessità del lavoro da svolgere, la Commissione europea ha deciso di procedere gradualmente, iniziando con una tassonomia riferita ai cambiamenti climatici, per passare poi allo studio delle altre attività ambientalmente sostenibili e, in un secondo momento, di quelle rilevanti sul piano sociale e di governance. Il processo di transizione, per essere realizzato, ha bisogno di un notevole investimento sia pubblici che privati, sia nazionali che multilaterali.
Il passaggio alla finanza sostenibile richiede un quadro di classificazione unitario e condiviso della sostenibilità: per questo è necessario stabilire regole chiare e univoche (ossia una tassonomia) per orientare gli investitori, da un lato, e per evitare fenomeni di greenwashing, dall’altro.
Il Regolamento Tassonomia, uno dei pilastri fondamentali della strategia europea sulla finanza sostenibile, include tra i destinatari:
– chi partecipa ai mercati finanziari offrendo prodotti finanziari (da qui lo stretto collegamento con il Regolamento SFRD);
– le imprese (finanziarie e non) oggi soggette all’obbligo di predisposizione della dichiarazione non finanziaria;
– tutti quegli operatori economici che, volontariamente, sono interessati ad attirare i c.d.green investmentsnonché le opportunità proposte dalla finanza sostenibile, fra cui si annoverano gli investimenti in attuazione delle riforme finanziate dal PNRR.
Il Regolamento individua in maniera puntuale sei obiettivi ambientali sui quali il documento fa perno, ossia la mitigazione ai cambiamenti climatici, l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine, la transizione all’economia circolare, la prevenzione e riduzione dell’inquinamento e la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Un’attività può essere considerata ecosostenibile se rispetta contemporaneamente quattro condizioni:
– deve contribuire in modo sostanziale al raggiungimento di almeno uno degli obiettivi ambientali del Regolamento;
– non deve arrecare un danno significativo a nessuno degli obiettivi ambientali del Regolamento;
– deve essere svolta nel rispetto delle cosiddetto garanzie minime di salvaguardia;
– deve essere conforme ai criteri di vaglio tecnico definiti nell’ambito del sistema.
La Commissione europea ha quindi stilato un elenco delle attività sostenibili, dal punto di vista ambientale, definendo per ciascun obiettivo ambientale i cosiddetti Technical Screening Criteria – TSC, ovvero criteri che esplicitano i requisiti di “contributo sostanziale” e di “Non arrecare un Danno Significativo” per le singole attività economiche).